lunedì 14 dicembre 2009

Il volto sanguinante di Berlsusconi

Non riesco a provare pena. Proprio non ce la faccio.
Mi vergogno un po' di me stessa e molto di essere italiana.
Ma quel volto tumefatto e sanguinante, forse un po' splatter, non mi fa pena. Non riesco neppure più a dire che certi fatti sono riprovevoli. La mia non violenza non è più radicata come prima.
Appena sentita la notizia, ieri sera all'ora di cena, ho pensato dell'agressore: "santo subito".
Poi sono tornata in me ed ho cercato di ragionare, appellandomi ai miei valori e allo spirito oggettivo che sempre mi guida.
La cosa che più mi fa tristezza è come verrà usato questo fatto.
Berluska si coronerà della solita aurea di santità, l'unto da dio, già dice di essere un miracolato, probabilmente dio l'ha salvato perchè non lo vuole tra i coglioni; la sinistra continuerà a dire che il clima di tensione è insopportabile e che quest'evento è la riprova di quanto sia stanca la "gente" del presidente del consiglio e del popolo delle libertà (ahimè quanto è vituperata quest'ultima parola...), la destra dirà che sono Di Pietro e i "coministi" a fomentare la ribellione della "gente" e via discorrendo, mentre il mondo continua a girare, l'Europa a prenderci per il culo e la "gente" a non arrivare a fine mese.
La gente? Ma quale gente? Dov'è la gente?
Per strada, nei bar a mugugnare, mugugnare e ancora mugugnare.
Ma nessuno legge, ascolta, si fa delle idee.
Idee? Ma quali idee?
Le uniche idee rimaste nella testa della "gente" sono quelle legate a come poter fare soldi (una ricerca condotta nel mio ufficio, ha fatto emergere un dato sconvolgente: ragazzi dai 17 ai 23 pensano che per diventare un imprenditore ci voglia "culo" e spregiudicatezza, nelle scuole medie inferiori, alla domanda cosa vuoi fare da grande molti rispondono: "il politico" e se gli si chiede "perchè?" rispondono: "per avere un mucchio di soldi e fare tutto ciò che mi pare"), come poterlo mettere nel culo al prossimo e come, poi, farsi proteggere da qualche politico emergente.
Che schifo.
Lo stesso schifo che mi fa la faccia tumefatta del premier.

giovedì 19 novembre 2009

Pentole e coperchi

E così hanno aperto il coperchio.
Chissà cosa bolle in pentola. Soprattutto chissà se sarà l'ennesimo polverone sollevato per alimentare le solite frasi da benpensanti genovesi la mattina al bar, tra un pezzo di focaccia, il capuccino e i commenti su Genoa e Samp.
Soldi sporchi. Sprechi. Mazzette travestite da sponsor e sponsor vestiti grazie alle mazzette.
Nomi altisonanti. Che noia. Sempre gli stessi.
Mi chiedo perchè ogni tanto si balli questo can can per poi ritornare esattamente allo stesso punto di prima.
Come se certe cose non si sapessero, come se certe cose fossero ancora in grado di far paura a certi squali vestiti da politici.
Non sono neppure più disgustata. Resto indifferente. Uno sguardo annoiato a questo mondo inquinato. Mi diverte osservare la tensione di certe persone, saperli un tantino sulla gratticola gratifica la mia vanità, lo ammetto.
Ma ne usciranno puliti come bimbi freschi di doccia.
Immagino che si troveranno capri espiatori, come sempre.
I barracuda continueranno a mangiare; i benpensanti a inzuppare strisce di focaccia unta nei capuccini bollenti, la mattina al bar; gli annoiati come me, ad osservare senza più emozioni il grigio fumo del panorama ligure, specchio triste dell'Italia di oggi.
Mi resta ancora il gusto vagamente sadico di veder tribolare certe persone, come dire, stringere un po' i glutei a volte non è solo il frutto di estenuanti tirate di spinning.